“Subito al voto perché altri due anni così e il Paese muore”. L’alert viene dal patron di Tod’s, Diego Della Valle che accusa il palazzo di essere arroccato su se stesso e lancia un messaggio chiaro al premier Renzi per andare al voto anticipato. Per Della Valle l’idea che la legislatura debba finire a scadenza naturale, nel 2018, “è dannosa” per il futuro dell’Italia.
L’imprenditore approfitta dell’incontro di ieri sera tra Renzi e Berlusconi per esprimere, a Pambianco in Piazza Affari, il suo forte disaccordo. In altre parole, basta stare impantanati ad aspettare gli eventi, litigare su soglie, patti e contropatti, quando famiglie e imprese arrancano e l’economia del Paese non cresce. La responsabilità? Di “rimasugli e scorie” afferma sicuro Della Valle, di cui il paese “ha necessità di liberarsi”.
Per questo è convinto che “bisogna votare il prima possibile. Prima che sia troppo tardi. Prima che il Paese muoia”. Questo per dare la possibilità a “chi vince di governare” legittimamente e assumersi le proprie responsabilità. “So che in parlamento – aggiunge – c’è qualcuno che sentendo questo salta sulla sedia perché vorrebbe restare fino alla fine”.
Il patron di Tod’s riconosce che “in quel marasma (il parlamento, ndr) ci sono anche persone in gamba, ma sono sommersi da quelli che hanno capito che per loro è l’ultima occasione per stare su quella sedia”. Votare subito, dando la possibilità ai cittadini di eleggere i propri rappresentanti. “Sarebbe meraviglioso – spiega – eleggere chi si vuole nel Parlamento con le preferenze, ma dovrebbe essere così anche per il Presidente della Repubblica.
E’ una figura che deve garantire i politici, e non mi va che lo eleggano i politici”. Invoca quindi l’elezioni diretta del capo dello Stato e che nell’Italicum siano previste le preferenze per l’elezione dei futuri onorevoli. No quindi all’ipotesi di liste bloccate dove i big dei partiti continueranno a nominare parlamentari che risponderebbero solo a logiche di partito e non agli italiani. E’ un Della Valle, come nel suo stile: fuori dal coro, che non teme di essere additato come un “gufo” come dice sempre il presidente del Consiglio.
Attacca anche Marchionne. “Ferrari ha salvato quel bidone che è la Fiat”, affonda della Valle. Il riferimento è all’uscita di Luca Cordero di Montezemolo e al successivo annuncio di quotazione del gruppo di Maranello. Secondo Della Valle, “è vergognoso” il modo in cui Montezemolo è stato mandato via e “il motivo è evidente”.
L’uscita di Montezemolo “si poteva fare in modo più educato” sostiene Della Valle, convinto che l’operazione Ferrari in questo modo “depaupera l’azienda”. E ora, prosegue, “quotano un pezzettino di Ferrari per ripianare i debiti di Fiat mentre il resto se lo prendono gli azionisti. È vergognoso”. Infatti, quando Ferrari sarà “quotata, per cifre enormi, servirà – secondo Della Valle – a coprire il debito di Fca e magari anche a fare macchine”. Inoltre “assegnare le azioni di Ferrari in quel modo, se anche la procedura fosse lecita, e io andrei a controllare, eticamente non funziona”.
Quanto alla sua partecipazione in Rcs ammette che “l’investimento è stato tutto sbagliato da parte mia. Il mio pensiero era di poter portare la voce dell’impresa nel posto dei poteri forti, che erano quasi tutti mummificati e autoreferenziali. Lì non sono riuscito quasi a toccare palla.
E’ un mondo che fortunatamente se ne sta andando” conclude Della Valle sottolineando che “l’Italia non cambierà finché rimarranno questi rimasugli, queste scorie”.